Con Industria 4.0 il Ministero dello Sviluppo Economico Italiano (MISE) si prepara alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale.
Ripercorrendo le tappe principali che hanno segnato profondi cambiamenti nella società, dobbiamo partire dalla fine del XVIII secolo, periodo in cui prende vita la prima rivoluzione industriale. In questa fase, la grande novità consiste nell’impiego di macchine azionate dall’energia meccanica.
Bisognerà attendere l’inizio del XX secolo per la seconda rivoluzione industriale, quella in cui approda la catena di montaggio, sinonimo di produzione di massa. Nei primi anni ’70 del Novecento si sviluppa la terza rivoluzione industriale. Siamo nell’era dell’IT e dell’elettronica che permettono di automatizzare in parte o in tutto i processi produttivi.
Andiamo, ora, a vedere in cosa consiste e quali saranno le principali novità della quarta rivoluzione industriale.
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TogglePiano Nazionale Industria 4.0: in cosa consiste
Il Piano Nazionale Industria 4.0 è un programma ideato dal MISE per far sì che l’Italia possa farsi trovare pronta alla quarta rivoluzione industriale. Questa fase, che in realtà è già cominciata, si caratterizzerà per una sempre più pronunciata connessione tra sistemi fisici e digitali. I big data la faranno da padrone mentre, sul piano operativo, si procederà all’impiego di macchine intelligenti, connesse tra di loro e alla rete Internet.
Il piano prevede l’utilizzo di diverse tecnologie: dai robot alle stampanti in 3D, dalla analisi di grandi database per l’ottimizzazione di prodotti e processi produttivi, con uno sguardo sempre vigile e attento rispetto a tutto ciò che concerne il tema della sicurezza internet. Rimane, infatti, fondamentale creare sistemi sicuri che possano consentire di effettuare operazioni in rete salvaguardando la privacy degli utenti e l’integrità dei dati.
Diversi sono i vantaggi che il tessuto economico italiano potrebbe ottenere dalla quarta rivoluzione industriale. L’Italia potrebbe beneficiarne in termini di migliore qualità produttiva, grazie all’impiego di sensori in grado di monitorare la produzione in real time. Il modo di lavorare potrebbe subire un notevole miglioramento continuando sulla rotta dello Smart Working in Italia.
Inoltre, il corretto utilizzo dell’Internet of Things potrebbe garantire all’economia nostrana una maggiore competitività dei suoi prodotti nonché una più elevata produttività, senza tralasciare l’elevata velocità e flessibilità che le innovazioni tecnologiche aiutano facilmente a raggiungere.
Incentivi Industria 4.0: le novità
L’Italia, manco a dirlo, non è certamente il primo Paese in Europa ad aver attivato un piano Industria 4.0. Si sono mosse già da tempo il Regno Unito, la Germania, la Francia e l’Olanda. Uno dei punti in comune a tutti questi Paesi è senz’altro un forte intervento sia a livello strategico che operativo da parte dei Governi nazionali.
Questa tendenza è molto forte soprattutto in Francia mentre nel Regno Unito è prevista una stretta collaborazione tra il Governo centrale e l’Università di Cambridge. Anche in Italia il progetto è guidato dal Governo, a partire dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Coinvolti diversi ministeri, oltre a quello dello Sviluppo Economico, nonché i Politecnici di Bari, Milano e Torino, i Centri di Ricerca, Confindustria e le Organizzazioni sindacali.
Il Governo ha già dettato le linee guida per la realizzazione del progetto, considerando anche il contesto dell’economia italiana. Non possiamo, infatti, dimenticare che il sistema industriale italiano è composto fondamentalmente da Piccole e Medie Imprese. L’Italia vanta un numero abbastanza limitato di players industriali che operano nel settore privato così come di realtà che operano nel campo dell’Information and Communication Technology. Il Governo ambisce ad assumere un ruolo di coordinamento tra i vari stakeholder, per far sì che il progetto possa condurre, nel medio-lungo termine, a risultati tali da consentire il rilancio dell’economia italiana sui mercati globali.
La formazione 4.0
La formazione 4.0 rappresenta sicuramente un tassello importante all’interno del piano industria 4.0. Del resto, se l’obiettivo deve essere quello di garantire all’economia italiana un futuro molto più “smart” e “digital”, tutto dipende inevitabilmente dalla capacità di sviluppare programmi formativi ad hoc soprattutto per le nuove generazioni.
Non a caso, una delle direttrici chiave del progetto è la diffusione della cultura 4.0 attraverso la Scuola Digitale e l’alternanza scuola-lavoro. Sulla stessa lunghezza d’onda, uno sforzo significativo è richiesto anche alle università italiane alle quali spetta il compito di proporre una formazione di elevata specializzazione.
Non finisce qui. È necessario, infatti, che anche le imprese, magari supportate dal Governo nazionale, possano usufruire sia per i manager che per i dipendenti di programmi formativi costantemente aggiornati ed in grado di contribuire al miglioramento delle capacità e delle competenze degli addetti ai lavori.