Il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione fa parte di una strategia che mira a migliorare l’accesso a beni e servizi in tutta Italia, sia per i cittadini che per le imprese.
Più in generale, è possibile sfruttare il potenziale delle tecnologie ICT per promuovere innovazione, sostenibilità, crescita economica e progresso.
Una pubblica amministrazione può dirsi efficiente e innovativa quando riesce a garantire servizi rapidi e di alta qualità ai cittadini. Ciò significa riconsiderare e ridefinire procedure e servizi in chiave digitale nonché fornire ad altre amministrazioni ed ai cittadini accesso a dati e servizi cui sono interessati.
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ToggleLa P.A è digitalizzata? Dal Covid-19 allo Smart Working
La Pubblica Amministrazione italiana non è certamente tra le più efficienti in Europa. La trasformazione digitale prosegue ancora a rilento, pur avendo subito una forte accelerazione durante i mesi del lockdown. Molte amministrazioni lamentano ancora difficoltà infrastrutturali, come ad esempio l’accesso ai servizi Internet a banda larga.
I problemi più gravi sembrano, però, riguardare le competenze IT dei dipendenti pubblici e una mentalità ancora troppo spesso retrograda da parte dei quadri dirigenziali. Le misure di austerità promosse negli anni successivi alla crisi finanziaria del 2008 hanno causato un blocco nelle assunzioni di nuovo personale. L’impossibilità di destinare investimenti adeguati alla digitalizzazione ha comportato un processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione molto moderato.
La vera spada di Damocle per la PA è consistita, sostanzialmente, nella difficoltà per dirigenti e dipendenti di accedere a programmi di formazione e crescita focalizzati sul digitale. Il Covid-19 ha costretto sia le amministrazioni centrali che gli enti locali ad adeguarsi per continuare a garantire l’erogazione dei servizi, operando per la prima volta lo Smart Working in Italia.
In questo contesto si è, però, palesata l’assenza di un protocollo nazionale di digitalizzazione. In poche parole, ogni autorità locale ha adoperato le misure digitali ritenute opportune. Conseguentemente, alcune amministrazioni locali hanno velocizzato il processo di trasformazione digitale, altre continuano ad accumulare pesanti ritardi.
Perché la pubblica amministrazione avrebbe bisogno di digitale e innovazione
La digitalizzazione è un’esigenza sempre più imprescindibile anche per la Pubblica Amministrazione. Diverse sono le ragioni che rendono inevitabile un cambiamento che, in realtà, si sarebbe dovuto attuare già da tempo.
In primo luogo, la digitalizzazione permetterebbe di erogare servizi in modo molto più rapido ed efficace. Le lungaggini burocratiche rappresentano, da tempo immemore, un problema gravissimo per la crescita della macchina amministrativa italiana.
Tra l’altro, gli ultimi dati dimostrano che gli italiani hanno acquisito grande familiarità, in generale, con la navigazione in Internet, soprattutto finalizzata all’utilizzo dei social network. Eppure, non più di un italiano su quattro ha dichiarato di aver usufruito almeno una volta dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione durante il periodo di Smart Working.
Quali sono le ragioni profonde di questo gap? Diverse. Probabilmente, lo scambio comunicativo tra PA e cittadini non è ancora all’altezza della situazione. Molte persone hanno accumulato un elevato grado di sfiducia rispetto a tutto ciò che concerne la Pubblica Amministrazione.
Potremmo dire che ci troviamo dinnanzi ad una situazione paradossale. Gli italiani vorrebbero una Pubblica Amministrazione digitalizzata e richiedono, con una certa urgenza, la semplificazione delle procedure e la velocizzazione dei tempi di risposta. L’offerta, però, sembra ancora inadeguata.
Ed è proprio da queste riflessioni, vale a dire dal sentimento dei cittadini, che bisognerebbe partire per sviluppare concretamente ed entro ragionevoli tempistiche un piano di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Cosa è stato fatto sino ad ora: dall’Europa al Ministero dell’Innovazione
In termini di servizi pubblici digitali, l’Italia si colloca al 18° posto in Europa secondo il rapporto DESI (Indice di Economia e Società Digitale). Il nostro Paese ben si comporta sul fronte degli open data e dei servizi sanitari digitali. Dunque, non si può dire che il quadro della situazione sia estremamente negativo. In questi anni, diversi sono stati i passi in avanti compiuti. Ad esempio, molte amministrazioni hanno provveduto, già da un po’, a digitalizzare le procedure di gara.
Inoltre, servizi come la firma elettronica, la fatturazione elettronica e il rilascio digitale di documenti non sono più una novità. Non mancano, quindi, gli strumenti a disposizione dei cittadini per dialogare proficuamente con la Pubblica Amministrazione.
Se, però, l’Italia vuole avvicinarsi a quei Paesi europei che sembrano godere di una crescita dinamica, favorita anche dalla trasformazione digitale, è necessario cambiare passo. Per farlo bisognerà procedere ad una profonda riorganizzazione interna delle pubbliche amministrazioni e pianificare investimenti in: infrastrutture, piattaforme, sicurezza internet, ecosistemi e governance ma soprattutto nella formazione di operatori ed amministratori, che il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione della Repubblica Italiana non può di certo ignorare!
La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione garantirebbe un notevole risparmio di risorse per la spesa pubblica, con immediati vantaggi sia per le stesse amministrazioni che per i cittadini.